Seduta su un legno nel bosco, penso.
Penso ai fatti della vita.
Mentre Simba rincorre Luna in calore, le farfalle volano in una primavera anticipata e i crochi sbocciano rendendo tutto viola.
Mi servono sete e poesie.
Sete da amalgamare coi fiori in una trasmutazione alchemica e poesie per l’anima. La cura ha bisogno di parole gentili, cantate con frequenze guaritrici.
Sei mesi fa Artù ha iniziato a pisciare ovunque in casa mia. L’arrivo improvviso di Luna e il suo carattere esplosivo, ha innescato questa angoscia.
Per mesi ho aspirato, vaporizzato , cambiato lenzuoli, chiamato comportamentiste di gatti, chiuso porte, speso soldi in ormoni inutili, raccattato urina e cacca senza nessun esito.
Fisso nel naso quell’odore di urina di gatto maschio anche se castrato.
Poi alla fine ho mollato.
“Piscia dove ti pare Artù, mi siederò sul tuo piscio”. Non ho più forze ne idee. Non ho più cambiato i teli nè vaporizzato il divano. Fino a che un giorno ho capito che aveva smesso. Che non la faceva più fuori. Che era rientrato in sé.
A volte dobbiamo mollare. Le nostre convinzioni, sicurezze e anche comodità. ( non mi sono potuta sedere sul divano per sei mesi). Mollare tutto è come morire perché ammetti a te stessa che non puoi fare più nulla. Che fa parte della natura, e la natura bilancia infatti non piove per sempre.
Che la nostra vita è costellata da alti e bassi. Gioie e dolori. Ma si muove .
Non è sempre gioia ma non è sempre dolore.
Molla, molla tutto quello che stai tenendo. Molla i rapporti di cui sei il detentore dell’amore, molla l’infelicità che senti, molla il controllo di tutto, molla quello che pensi non possa andare avanti senza di te.
Molla.
Nessuno è indispensabile in questo mondo.
Ma tutti necessari.
Molla e permetti che qualcosa di nuovo avvenga senza che tu lo diriga.
Molla e salterai in alto come i circensi che camminano sui trampoli.
Arresa a me stessa canto agli Apu (sono gli spiriti delle montagne):
“Viene la anaconda, habla la anaconda, canta la anaconda
Y es la voz de mi abuelo yage, yage
Suena la maraca y el abuela canta, suena la guitara y el abuela danza”
Sipario
Qui la parlata