NiusLatter #28 Stanze

Stanze di potere, stanze gialle, escape room, stanze d’amore, stanze di lavoro, stanze familiari. dove si svolgono le nostre commedie e tragedie.
Dove dormiamo e sogniamo.
Dove litighiamo.
Dove ci amiamo.
Stanze asettiche e stanze che restituiscono odori che si possono tagliare col coltello, densi.
Impossibili da varcare.
Colorate o bianche.
Da soli o in compagnia.
Una dopo l’altra.
Una nell’altra.
Una lontano dall’altra.
Metodologie di costruzione.
Sono il nostro palcoscenico.
Tira il velluto lentamente, piano non c’è fretta.
Due palme come sfondo ma con il green screen. Sono le stanze in cui si svolge la vita.
Tutti hanno qualcosa da fare. Anch’io.
Come formiche ci muoviamo nel mondo per andare a procacciare cose che ci servono oppure no.
Per non deprimerci, per alzare la dopamina. Per solitudine o solo per memoria.
Rivestiti da carta da parati,
chi ha un fenicottero, chi preferisce le zebre.
Stanze uguali, scarne, illusioniste e feroci.
Sono le stanze in cui si svolge la vita.

“Quale il tuo colore preferito?
L’ arancione. Non era il blu? No”
“Ma il blu è così blu, perché non ti piace il blu ragazzina? “
Silenzio
Siamo umani e condizionabili. Se qualcuno che amiamo ci dice qualcosa su di noi o sul quel che portiamo ne siamo comunque toccati. Difficilmente abbiamo confini così definiti e netti che permettono l’accoglienza delle nostre parole coltello.
Ci scappano. Anche quando non ci pensiamo. Strisciano fuori dalla bocca senza nemmeno passare dalla censura.
Giudicanti su noi stessi apriamo varchi come Guatemaltechi col machete nella foresta. Potiamo piante che non sapevamo di custodire e guadiamo fiumi che cercano le loro vene nello scendere a valle.
Una bacchetta può trovare l acqua.

Un uomo cieco può essere felice.

Non è la condizione è la vibrazione.

Precari e soli entriamo in grotte sempre più piccole per ritrovare un granello di polvere che asciuga tutto.

Asciuga

Fino a prosciugare formicai e pozzi.
Fino alla fine con indosso un vestito blu Maria.
Quando i cinghiali cercano le ghiande scavano sotto una vena d’acqua, se un albero cresce storto c’è sempre una vena sotto che gli provoca la sua direzione.
Non è il vento.
Pio Maioli rabdomante, 85 anni, cercatore di vene d’acqua lo sa.
Le vede le vene o meglio le sente.
Metto il mio orecchio sulla terra e mi chiedo se posso sentire. Sentire il calcio come del bambino nella pancia. Sentire la sua vitalità della nostra madre da cui arriviamo e torniamo. La terra fatta dalle nostre ossa polverizzate sul terreno che creano spazi in cui non c’è nemmeno un pezzettino libero. Come i pazzi, come Ligabue.
Come chi ulula alla luna nelle notti di eclissi.
Prendetemi così urla la pazza:
‘Difettosa
Scaduta
Vecchia
Sola’
‘Prendetemi così’ urla Tiresia, cieco e indovino
Tutto si ferma
Suonano le campane
Pio ripone la sua bacchetta nella borsa.
Lo prendo sottobraccio e lo accompagno al furgone.
Un fiore disegnato in preghiera erge sopra il mio letto.
Datemi sete da imprimere e fiori da coltivare.
Bacchette di bamboo e suoni primordiali. Spesso lenti e vibranti.
Preferibilmente bassi.
Per tornare li nella pancia, che poi diventa stanza.
Se dovessi disegnare una jungla come sarebbe la tua? Ci hai mai pensato ?
Io si
Disegnala e
Mandamela se vuoi.
Silvia

Qui avete la NiusLatter parlata

Sarebbe solo una pretesa di far ascoltare il testo senza doverlo leggere.

Si riparte con la stagione 2024/2025
Sarà grandioso forse
Sicuramente interessante
Non amate hangar nel vostro cuore e basta
Partecipate ❤️