NiusLatter #27 È finita l’estate

‘Va bene così’ tra correnti malsane e sapore di iodio.
Ibis che volano trasformandosi in arabe fenice.
Ognuno lotta per la sua vita, qualcuno anche per la vita di altri.
Cerchiamo quella parola che penzola da bocche storte a volte rifatte.
Turgide labbra come cuori rigonfi.
Il silicone è come il braccio di un altro.
Non senti tu. Sente lui.
Portatori sani di pezzi di carne sintetica sicuramente bio.
Filler, labbra turgide, seni rigonfi, sopracciglia folte e peni enormi, ventri piatti e culi sodi.
Pezzi di noi al mercato della carne.
Oscilliamo nell’arca di Noè del ventunesimo secolo.
Balliamo samba, spengendo ogni giorno le candeline della torta, alta come quella dei matrimoni.
Chi si sposa?
Ci sei anche tu e ci sono anch’io, ma non sopra, ne di lato, ne di sotto.
Ci siamo solo per vederla tagliare, la torta.
Buio
Giovedì gnocchi, lo sapevate, così funziona al sud.
Mia nonna sbatte l’uovo ancora caldo, con un po’ di zucchero
La colazione.
La vecchia batte alla porta col suo grembiule dl campo, il latte appena munto.
Un odore di bestia e cammino, erba e miseria.
Glielo versa in un recipiente.
Lei va e lo bolle.
La brucellosi viene respinta alla dogana dell’immunità.
Sbianca.
(tempo)
Non ho fronzoli ne brillantini.
Ho solo una vecchia pelle di serpente, lunga e perfetta, che ha viaggiato con me.
Penzola da un applique che non si accende più, per asciugarsi.
Ma io non vedo. Nemmeno lui.
Offuscata vaporizzo. Gli odori della terra e quella degli intestini.
Incensi e latrine.
Si sopravvive a se stessi?
Alla propria irruenza, timidezza, abilità e disabilità?
Si sopravvive alle parole dette e a quelle pensate?
ai sogni e ai baci?
Piu facilmente alle streghe.
Si sopravvive a tutto
Per piangere isole in laghi stanchi
Dove la luce arriva fino a mezzanotte e l alba non ha i colori, l’inizio si mischia con la fine.
In questo crogiolo di razze e grembiuli al vento scopro i miei seni e li lascio liberi di cadere nel vuoto dell’oscurità.
In quel buio, antro e vittima, mi inabisso per cercare quella cosa che non trovo dal 1982:
I miei nove anni.
Sipario
Silvia