NiusLatter #56 Roar

Nel tempo delle idiosincrasie l’ottica cresce leonina. Ma è entangled nel suo stesso pelo. Folto.

L’1 è un arrivo e una partenza. Il 2 è l’unione,  il 3 lo spirito santo, Cristo e dio in una trinità senza energia femminile.

Sorpassato come il lineare e estraniato dai salti quantici,  lo spirito santo trasmuta se stesso in un dondolio letale.

Punge ma non entra.

Scuote ma non glitcha.

Cammina ma non striscia.

E a Grissinopoli non ricevono.

Ci vuole il Triskell

O la

Cosmogonia andina

Allora si il 3 si muove, felpato, strisciante, volante. Il sottosuolo prende forma e crea grotte dove conservare il nostro cuore, perché non scoppi alla luce del giorno perduto come l’aria.

L’ortica spella i miei sentimenti creando allergia.

Pepe con calma la prende e la mette nell’acqua e inizia a macerare. Gli canta parole in spagnolo e la gira come il sarto mago.

Mentre gli uccelli ondeggiano in danze coreografate e irresistibili.

Ricicliamo i numeri della caccia, i legni dei ricchi e le finestre delle navi.

Senza senso.

Ti convinco amico a scendere e camminare, e nel cammino e nella parola c’è la vescica piscis. Due cerchi che si incrociano e creano uno spazio condiviso.

La relazione.

Ieri sera accarezzavo Luna e Simba e capisco che i cani hanno memoria circolare.

Non lineare. Non temporale. Ma circolare. Follettini e follettine.

Gira come sul tagadá.

Non ho turbamento ne ginocchia.

Più giù nell’oltre del giorno c’è una pianta di basilico. Ne colgo  uno stelo e mi improfumo.

Le tue gocce estatiche funzionano su di me. Le tue trecce folte ricordano la me bambina. Quella che correva più veloce dei maschi e portava vestiti col colletto bianco.

Mi siedo in balcone

Un po’ più in là

Rapita

Potrei essere ovunque

Un po’ sono già lontano.

Assaporo l’odore della terra che raggiungerò.

Nei momenti di incertezza viaggio.

Per ritrovare un filo o solo tirarlo un altro po.

Mi chiama qualcosa, mi chiama qualcuno.

Vado

Non ho sapore ne opale.

Metto una casacca pesante, un mazzo di tarocchi e i libri del vissuto.

Il leone si è addormentato paura più non fa…. La foresta che l ha capito in silenzio dorme già…

Il leone non roar più.

Funziona solo se di gruppo.

Il roar di gruppo è come un salto nell’acqua calda vulcanica. La fine delle mie meditazioni. E delle tue.

Ci vediamo la

Nel Cuzco

Ci puoi arrivare in molti modi

Non lasciarti convincere che non è vero.

Roar

 

Sipario

 

Qui la parlata